Durante il Corso alla Scuola Missionaria Internazionale - Jagsthausen - Germania
1967-1969
l'abbiamo udito tante volte dal Maestro:
Ivar Lissner "So habt ihr gelebt".
(Il Maestro aveva imparato tante cose storiche e spirtituali!):
“Convinzione fondamentale, certezza ultima del profeta era la provenienza del suo pensiero da Jahve. <Così Jahve mi ha parlato>: tale il frequente inizio dei loro discorsi….
I profeti videro in Dio, il signore della natura; ne ebbero la oscura coscienza già nell’VIII secolo prima di Cristo, forse in epoca anteriore. Tale coscienza trovò espressione nel racconto della Genesi: Jahve, infatti era anche il signore della storia mondiale. E chi indaga gli abissi della storia umana, chi cerca di risalire all’origine ultima finirà per accostarsi alle leggi della natura e dell’universo, finirà per accostarsi al Creatore di queste leggi. E dunque giusto che la causa prima delle cose si trovi nelle mani di Dio.
Esistono però fenomeni che non facevano parte della volontà di Jahve. Allorchè un individuo o una nazione agisce contro natura, contro la Legge di dio, crea nel mondo alcunchè di malvagio, pregno di mortali conseguenze: conseguenze che si verificheranno in luoghi e momenti imprevedibili, sotto forma di punizione.
Proprio qui sta la grandezza dei profeti: essi non furono sognatori, non furono veggenti, non indovinarono il futuro, soprattutto non affermarono mai di possedere magiche virtù. In un’epoca nella quale il mondo era ancor pieno di magia, di oscuri incantesimi e di spiriti maligni, i profeti trovarono un cielo nuovo e una nuova terra, e ne fecero l’indistruttibile meta dell’umanità, la via che portava all’unico Dio. Si ersero solitari contro le convinzioni di tutto il mondo di allora; scoprirono per l’uomo ideali eterni, che tutt’oggi presiedono alla nostra esistenza… .
I profeti di Israele disprezzavano ciarlatani e maghi, ed erano di una statura spirituale enormemente superiore a quella di chi li circondava, non soggetta a catastrofi naturali né a conquiste militari. Il loro spirito era enormemente più progredito – di migliaia d’anni – e tutto il resto del mondo era ancora terrorizzato dagli spettri, dai vitelli aurei, dai moloch antropofagi e dagli stregoni avidi di vittime.
I grandi filosofi della religione che noi chiamiamo profeti non hanno mai affermato di poter compiere miracoli. Elia ed Eliseo ebbero però una vita piena di miracoli. Morirono senza lasciare ai posteri una sola parola scritta. Eliseo visse soltanto 50 anni prima di Amos: ma quando venne Amos, il primo scrittore-profeta, tutti quei miracoli cessarono.
Procellarie della storia, i profeti riconobbero Dio nel destino dell’umanità. Furono la coscienza personificata del popolo; videro i fatti contingenti con gli occhi dell’eternità; individuarono ovunque il segno della mano divina. Volendo spiegare questo fatto, direi che per la prima volta condussero ai limiti ove comincia il regno dei giganti, un regno non più dimensionabile con alcun metro, con con la fisica, non con la chimica, non con i telescopi più potenti dell’astronomia moderna. Questo regno eterno e imperscrutabile si chiama Dio, non magia o idolatria o adorazione di pietre e di ori.
I profeti lo sapevano. E se anche tutto questo ci sembra oggi naturale, bisogna pensare che i limiti della conoscenza di allora non erano l’incommensurabile eternità del tempo e dello spazio. Bisogna pensare che in quel tempo imperava la dittatura della magia che faceva della vita un inferno e dell’infinito l’arena dei demoni. ”
Strani uomini furono i profeti. Ezechiele soffriva di mutismo discontinuo; gli accadeva che la lingua s’incollasse al palato e che poi, d’un tratto, la bocca gli si riaprisse. Per un certo tempo fu anche paralizzato…
Ezechiele fu condotto in cattività a Babilonia nel 598 a. C. con tanti altri giudei. Le sue prediche sono piene di violenza e tuttavia sempre sagge e illuminate. Era colto ed erudito; scrutò il cammino dell’umanità fino ai suoi limiti e lo seguì fino al pazzesco assalto dei popoli alla Casa di Dio….
Ebbero un’intuizione profonda, fondamentale; seppero ciò che si cela nell’uomo, seppero inoltre che qualcuno, inaccessibile alla scienza umana, dirige l’Universo. Vissero, soffrirono e morirono per un mondo migliore. In realtà, tutti noi non abbiamo altro compito. Nè vi è compito più bello di questo.” (“Così avete vissuto” – Ivar lissner – p. 105 -110 - Aldo Martello Editore - Mi - 1955)