Alcuni particolari mostreranno l'esattezza di quelle
parole. L'assedio cominciò al tempo della Pasqua,
quando l'intiera nazione si trovava raccolta nella città.
Questa conteneva allora, non soltanto gli abitanti maschi
di Giudea, di Galilea e di Perea, ma molte famiglie che
vi cercavano un rifugio, per evitare gli oltraggi
dell'esercito romano che si avvicinava. V'erano inoltre
delle turbe di Giudei ellenici, venuti dall'Egitto,
dall'Asia Minore, dalla Grecia e dall'Italia; ed altri
venuti dall'Oriente, in modo che il numero di quelli che
erano allora in Gerusalemme era di circa tre milioni!
Appena cominciate le ostilità, la fuga diventò
impossibile. Coloro che non perirono in mezzo alle
contese ed alle battaglie delle fazioni rivali nell'interno
della città, o che non divennero preda della fame, delle
pestilenze e delle armi romane, furono venduti come
schiavi; solo 40000 individui appartenenti alla plebe, fra
quei tre milioni, furono lasciati in libertà. La strage,
durante l'assedio, fu tanto spaventevole, che Flavio,
dietro testimoni oculari, dichiara che 600000 cadaveri di
poveri furono gettati dalle mura, e che nello spazio di
settantacinque giorni, tra il 14 del mese di Nisan Aprile
ed il primo di Thammuz Luglio, non meno di 115880
cadaveri furono portati fuori da una sola porta della città
per essere sepolti! Guer. Giud. 5:13,7. Uno storico
moderno Williams dice: "Gli annali della storia non
ricordano nulla che possa paragonarsi a quell'orribile
assedio. Basti il notare che nessuna fra le maledizioni
scagliate dalla legge contro i disubbidienti, non escluse
le più terribili Deuteronomio 28:53-57, fu risparmiata
alla città".
E se que' giorni non fossero stati abbreviati, nessuno
scamperebbe;
"Niuna carne", indica l'intiera nazione giudaica, la
quale sarebbe del tutto scomparsa se l'assedio non fosse
stato abbreviato, mercé la compassione di Dio, per un
concorso meraviglioso di circostanze, fra le quali vanno
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